mercoledì 11 settembre 2024

Il progetto STRIP... o come diventare il personaggio di un fumetto

Ce post est en italien, mais il parle d'un projet entièrement réalisé en France et en Français. Vous en trouvez une description ici.

Come molti sanno, vivo a Parigi già da due anni. Mi trovo qui per effettuare un dottorato, ma naturalmente cerco di cogliere le occasioni che questa città mi offre. Ho quindi deciso di aderire a un progetto artistico radicato nel quartiere in cui vivo, e in qualche modo formativo per i partecipanti.

Valentin Prévôt, un disegnatore, grafico e fumettista, ha tappezzato le strade del suo quartiere - che è anche il mio, nel cuore del 14° arrondissement di Parigi- un annuncio di ricerca di volontari pronti a raccontargli una storia. Hanno risposto una ventina di persone, i cui racconti sono stati filmati dal collettivo Le Réseau, sempre a titolo gratuito. In seguito Valentin ha scelto tre delle storie raccontate, per trasformarle in fumetto.

Una delle storie scelte è stata la mia, sebbene non si svolgesse a Parigi. Ho deciso di raccontare la vicenda del mio prozio Arturo Malagoli, ammazzato a vent'anni, il 9 gennaio 1950, durante la strage delle Fonderie di Modena. Il progetto include anche la storia di Didier, un uomo che ha ritrovato la figlia dopo 23 anni dalla nascita e quella di Kevin, che ha fatto indagini per capire cos'è successo all' amico, morto giovanissimo e implicato in giri di droga. L'unico legame tra le tre storie è costituito dalla decisione dei narratori di condividere qualcosa con l'artista e di collaborare con lui.

Di conseguenza - e arriviamo qui alla parte più ludica e pop, malgrado il carattere drammatico di molte delle vicende raccontate - noi narratori siamo personaggi di ciascuna delle storie che abbiamo raccontato! Insomma, nella mia breve vita avrò anche l'esperienza di trasformarmi nel personaggio di un fumetto. Al di là di questo, partecipare al progetto STRIP non solo raccontando la storia, ma anche partecipando alla produzione dello storyboard, approvando il moodboard mi ha permesso di vivere la genesi di un fumetto, della quale non conoscevo il fascino e la complessità. Mi ha fatto piacere anche conoscere Didier e Kevin, persone lontanissime da me, ma con le quali da adesso condivido un destino.

Eccomi in versione STRIP... Non molto somigliante, ma basta il gesto!

Dopo quasi un anno di lavoro, il progetto sta per vedere finalmente la luce, e in novembre verrà allestita una mostra che consisterà nell'esposizione delle tavole originali delle tre storie a fumetti e nella proiezione di un filmato tratto dalla sintesi di alcune delle venti storie inizialmente raccolte. L'idea iniziale è anche quella di stampare in volume le tre storie a fumetti ma, dato che questo progetto si è fondato interamente sul volontariato, à attualmente in atto un crowdfunding per finanziare la stampa delle prime cento copie. Se volete contribuire, sono previste anche diverse controparti per ogni donazione. Trovate tutto (in francese) spiegato qui.


Una tavola in lavorazione

venerdì 22 dicembre 2023

Buone feste a tutti

prima della pausa festiva, tengo ad augurare a tutti buone feste con questa filastrocca inventata appositamente! Tanti cari auguri a tutti!

Arrivano le feste
Arrivano le feste
Noi stiamo nelle peste!
Tutti vogliono qualcosa
La notte meravigliosa
E nella mia magione
C'è molta confusione:
La nonna, i tortellini,
Le scatole, i bambini...
Finanche zia Teresa
Avanza una pretesa:
"Mi compri quella cesta
Che ho visto dall'Onesta?"

Ma nel nostro salotto
Riecheggia già un rimbrotto
Fatto a un Tarzan bambino
Che inghiotte le lucine
Appeso alle ghirlande
Ficcandole nella grande
Boccaccia spalancata
E tu pensi: "che giornata!"

Le palline son le stesse
da almeno dieci feste.
Un albero bislacco
Sovrasta qualche pacco
(Non troppi, né lussuosi:
Da affittuari morosi)
Quest'anno anche il presepe
Ostenta le sue crepe.
Solo il più piccolino
Con un occhio al camino
In mezzo al parapiglia
Ride e si meraviglia.

Persino questa gioia
Va messa in salamoia,
Conservata con cura
Insieme all'angostura.
Si, perché dopo tutto,
Ogni ricordo brutto
Vogliamo cancellare,
E illuderci ancora
Di star saldi alla prora
Del prossimo anno.

Sebben qualche malanno
Sia arrivato con l'età,
Mangiamo, per carità!
Per raggiungere l'oblio,
Lo garantisco io
Non c'è modo migliore.
Perché qui, altro che amore!
Da noi anche Natale 
Fa rima con maiale...
PG




sabato 18 dicembre 2021

Auguri e Qi Gong

 La pandemia e la sua gestione politica hanno creato difficoltà a molte persone. Rispetto a due anni fa, per una serie di motivi, molti di noi hanno più problemi di salute (fisica e mentale), più problemi economici, familiari, sociali, emotivi, lavorativi. Come se non bastasse, i sistemi sanitario, assistenziale, scolastico sono sovraccarichi e hanno reso più difficile il reperimento di un aiuto professionale per la soluzione delle difficoltà che si sono create per individui e nuclei familiari. Che fare?

Io ho provato il qi gong. Chi mi segue da anni sa della mia passione per le arti marziali, in particolare per il kung fu che, al di là della pratica vera e propria, forse più consona a chi ha l'età dei miei figli, permea in qualche modo la mia visione del mondo. Sono arrivata addirittura a stabilire un parallelismo tra il kung fu e le mie altre passioni, letterarie e non. Credo anche che la medicina tradizionale cinese abbia una visione del corpo umano che, sul piano pratico, può completare e compensare efficacemente la medicina occidentale.

Ci sono tantissimi tipi di Qi gong. Come in tutte le discipline orientali, il maestro è fondamentale per la pratica. Il mio si chiama Guido Gelatti: potete vederlo all'opera qui sotto. La pratica che mi sta insegnando si chiama Daoyin Yangsheng Gong e si pratica con la musica. Il movimento che si ottiene è per me l'espressione motoria della "leggerezza pensosa" ricercata da Italo Calvino.

Non oso scrivere oltre, data la mia pratica limitatissima, ma l'idea di danzare per guarire e per curare, l'idea della danza come espressione di vita, è ciò che voglio augurare a tutti per l'anno che sta arrivando. Buone feste.


domenica 21 novembre 2021

Macbeth. le cose nascoste

Macbeth, le cose nascoste, di Angela Dematté e Carmelo Rifici è uno spettacolo che mi ha colpito particolarmente. Per chi, come me, ha avuto a che fare con Macbeth anche per motivi professionali, toccando con mano la profondità e la polisemia di questa tragedia, la lettura psicanalitica di questo dramma shakespeariano è certo cosa nota. Eppure questa rappresentazione si è costruita attorno a un approccio rigoroso, poiché si avvale del lavoro di un'equipe scientifica costituita da uno psicanalista e da un'esperta di comunicazione non verbale e stili relazionali. 

Soprattutto, l'approccio psicanalitico diviene qui davvero soltanto un mezzo per indagare quanto e come, dopo oltre cinquecento anni da quando è stato concepito, Macbeth continui ancora a parlarci di noi. E così gli attori, tra la narrazione di sé e l'interpretazione scenica, tessono trame in cui la nonna che ci ha insegnato un rito per far passare il mal di testa era forse una delle streghe di Macbeth, il padre che non accettava le scelte e il profondo essere del figlio ricorda Duncan, il collega verbalmente violento aveva attratto a sé gli stessi fenomeni suscitati da Macbeth e da sua moglie con le loro scelleratezze.

Tra questi scorci di vite privatissime, queste confessioni frammentarie, queste rappresentazioni di memorie individuali e collettive, naturalmente si manifestano i personaggi archetipici eppure stranamente familiari. Il dramma scozzese, così modificato, diventa quindi qualcosa di molto vicino a ciò che forse, originariamente, era: un garbuglio irrisolto di emozioni e di casi, un incubo, sì, ma ad occhi aperti, che mendica di essere risolto in qualche modo. Perché tra il cielo e la terra tutto balla. 



giovedì 11 novembre 2021

Josephine Baker II


 Qualche tempo fa, per il Black History Month, abbiamo parlato di Josephine Baker e della sua vita che si è evolute ben oltre lo scandaloso gonnellino di banane. Ebbene, di Josephine Baker si è occupata anche Gaia de Beaumont, con un romanzo biografico il cui significativo titolo è Scandalosamente felice. Appena uscito per i tipi di Marsilio, questo romanzo sarà presentato giovedì 25 novembre alle 17,30 alla Galleria del Primataccio del Palazzo Firenze a Roma, presso il Comitato di Orma della società di Dante Alighieri.

Un'ottima occasione per conoscere una scrittrice avvincente e un'avventura biografica unica.

domenica 7 novembre 2021

Fratelli migranti

 Chi segue questo blog sa che raramente i post sono dedicati a fatti di attualità. Eppure ci sono argomenti che sono sempre attuali, come quello della migrazione, e questa costante attualità li rende adatti a confluire in un nuovo canone letterario e artistico. Oggi vorrei parlare di un testo uscito nel 2018 per add editore, nella traduzione di Maurizia Balmelli e Silvia Mercurio.

L'opera di Patrick Chamoiseau intitolata Fratelli Migranti (in originale Frères migrants, Seuil, 2017) si apre con diverse citazioni tratte da autori raramente associati tra loro. Il filo conduttore tra queste citazioni è l’immagine simbolica delle lucciole nella notte. Quest’immagine costituisce anche filo rosso e chiave di lettura dell’intera opera, imperniata attorno all’idea che le lucciole non costituiscano una luce che indica il cammino, quanto una presenza, nel senso più ampio del termine, che modifica la notte.

Il tema principale è la questione dei migranti interpretata da un punto di vista secondo il quale la volontà di cambiamento sul piano dell’etica deve interessare anche il piano estetico al fine dell’insorgenza di una visione efficace. Tale visione o rappresentazione deve smarcarsi dalle logiche neoliberistiche e dalle leggi di mercato per privilegiare una sensibilità che riesca ad abbracciare lo slancio di ogni vita verso ogni vita e il sottile legame tra battaglie giuste e apparentemente slegate tra loro. Il testo si chiude con una “dichiarazione dei poeti” che mostra i limiti delle politiche internazionali nei confronti dei migranti alla luce dei concetti di relazione e di orizzontalità.

Si tratta di un testo strutturalmente complesso, che esprime però concetti universalmente condivisibili, che sottolineano la distanza ormai incolmabile tra le scelte politiche della maggioranza dei governi mondiali da una parte e, dall'altra, un sentire e una cultura che si sta diffondendo indipendentemente dalle ormai antiche strutture nazionali.

 

lunedì 1 novembre 2021

Confiant baudelairiano

Il bicentenario della nascita di Baudelaire è una ricorrenza da festeggiare, anche perché il grande poeta continua a ispirare pagine e pagine di letteratura. Abbiamo visto qui che il musée d'Orsay ha festeggiato i 200 anni di Baudelaire con una serie di iniziative, tra cui la presenza di Patrick Chamoiseau come scrittore in residenza. Mi sono sbizzarrita qui e qui ad analizzare "À une passante" e alcune delle più celebri intertestualità che ha originato. 

Oggi vorrei parlare di un romanzo di Raphaël Confiant che non è ancora stato tradotto in italiano, anche perché è uscito da poche settimane in lingua originale. Si tratta di La muse ténébreuse de Charles Baudelaire, un romanzo ispirato dal personaggio di Jeanne Duval, musa e amante di Baudelaire. Confiant sta esplorando da anni il filone delle biografie romanzate, prediligendo i personaggi originari della sua Martinica o i periodi che personaggi celebri hanno passato in Martinica. Un notevole esempio di questa esplorazione è Le barbare enchanté, pubblicato nel 2003 e dedicato principalmente al periodo che Gauguin passò in Martinica prima di innamorarsi di Tahiti. Ancora, in Adèle et la pacotilleuse, del 2005, Confiant racconta la storia di una venditrice di cianfrusaglie che lavorava spostandosi da un'isola all'altra delle Antille e che finì per riaccompagnare in Francia Adèle Hugo, una delle figlie del celebre scrittore Victor Hugo, di cui poi la pacotilleuse divenne l'amante. Più recentemente, nel 2015, è uscito Madame St-Clair, reine de Harlem, dedicato a una donna di umilissime origini che inventò un sistema per arricchirsi velocemente ai margini della legalità diventando così una figura di spicco del quartiere di Harlem a New York, nonostante fosse martinicana. Si tratta di personaggi realmente esistiti e di eventi realmente accaduti, ma documentati poco e male, il che ha permesso a Confiant di raccontare storie affascinanti con la tecnica perfetta, affinata scrivendo le decine di romanzi e saggi che ha al suo attivo. Purtroppo nessuna di queste opere è ancora stata tradotta in italiano.

La muse ténébreuse ruota attorno all'ambiguità che Jeanne Duval volle lasciare attorno alle sue origini. Era gitana, moresca, malgascia? Confiant immagina che fosse haitiana, e che non avesse mai confidato nemmeno al suo amante di lunga data la sua provenienza, di volta in volta giocandosi e irritandosi della confusione che, grazie anche all'uso di stupefacenti, cresceva nella mente di Baudelaire. Si trattava della donna che lui stesso aveva strappato alle angherie di tre ubriaconi durante una delle sue passeggiate parigine? O forse di quella Dorothée di cui si era innamorato sull'Île de France, o sull'Isola di Bourbon, durante il viaggio in nave cui l'aveva obbligato il suo patrigno?

Come molti dei romanzi di Confiant, anche questo utilizza una lingua estremamente ricca e fa un uso sapiente dei rimandi intertestuali. In particolare, è incluso nel romanzo un pastiche proprio di "À une passante", di cui alcuni versi vengono riutilizzati o richiamati in qualche pagina in prosa dedicata al primo incontro tra Charles Baudelaire e Jeanne Duval, durante in quale in nuce si possono riconoscere gli elementi di passione tragica e assoluta che li accompagnerà fino alla morte.

Si tratta di un romanzo imperdibile per gli appassionati di Baudelaire, ma anche per tutti coloro che cercano di recuperare aspetti storici che raramente emergono dai libri di storia, ancora purtroppo parchi di particolari in merito a fatti accertati come la presenza di persone di colore in Europa e il loro ruolo sociale e culturale che, pur nascosto e rimosso da una cultura dominante per cui la grandezza di un paese era data anche dalla vastità delle sue colonie, era spesso significativo.