Non ho mai parlato qui dell'attività che occupa gran parte del mio tempo: quella dell'insegnamento alle scuole medie. Non posso entrare nei dettagli più divertenti per non ledere la privacy dei ragazzi, ma tengo comunque a parlare dell'attività che occupa principalmente le mie giornate.
Ho cercato di evitare l'insegnamento a lungo per evitare di saturare il settore con persone della mia famiglia. Infatti, i miei genitori hanno svolto tutte le loro carriere nell'insegnamento benchè abbiano fatto scelte molto diverse, ed entrambi sono tuttora in servizio. Tuttavia, già ai tempi del mio dottorato o ancor prima, quando ero studentessa di lingue, mi capitava di tenere conferenze in Italia o all'estero, o magari di presentare in modo approfondito uno scrittore per il quale facevo da interprete. In seguito ho fatto la lettrice di italiano all'estero e piano piano sono passata a insegnare nei master e nei corsi universitari. Quindi, come attività accessoria insegno da anni, per guadagnare un po' o semplicemente per il piacere di trasmettere le mie conoscenze letterarie.
Da quest'anno scolastico l'insegnamento è l'attività principale nella mia vita. Avendo deciso di darmi all'insegnamento tardi, dopo la fine dei concorsi e la chiusura della SSIS, sono quindi in una graduatoria di terza fascia e senza abilitazione. Inizialmente, quando ho lasciato un'azienda per un impiego tanto precario ho pensato che nei periodi di disoccupazione dall'insegnamento, avrei potuto rientrare nel mondo delle traduzioni letterarie, che sento mio ma che non mi permette di guadagnarmi da vivere con tranquillità.
Molti ex colleghi vedono l'insegnamento come una degradazione, o mi dicono: "ma come? tu che hai parlato davanti a un pubblico internazionale e hai pubblicato libri in Italia e all'estero, ti riduci a insegnare?" Io non la vedo così. Chi vive solo sa che non è sempre facile essere economicamente indipendenti, e provo comunque gratitudine per aver trovato un mestiere che mi permette di mantenermi. Dopo quasi due anni di pausa poi, sono rientrata in contatto con le case editrici, proprio come avevo previsto, cominciando prima con le revisioni, e poi con traduzioni alle quali tengo particolarmente e delle quali darò notizia quando si saprà la data di pubblicazione. Soprattutto, l'insegnamento mi ha permesso di mettere in pratica ciò che ho sempre solo teorizzato: la cosa più importante nella vita è vivere sempre ciò che si è e ciò che si fa. Insomma: ammetto che non avevo previsto che insegnare avrebbe costituito la mia attività più importante ma cerco di farlo al meglio, trasmettendo ciò che so ai miei studenti e ricevendo in cambio molto affetto.
Vedo la mia vita come un insieme di attività apparentate proprio dalla mia presenza nelle cose che faccio. Per questo il mio mestiere, qualunque esso sia, che sia definitivo o no, duraturo o stagionale, sarà sempre un mestiere che svolgerò al mio meglio, sarà un'espressione della mia personalità e il mio modo di farlo lo renderà nobile e lo apparenterà alle mie passioni.
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