Da alcuni anni i social network propongono video che mostrano la possibilità di trasformare le immagini in modo radicale e decisivo grazie a photoshop e anche ad altri accorgimenti (a volte un ottimo trucco compie miracoli). Video simili a quello, celeberrimo, che posto qui sotto, sono piuttosto diffusi e altrettanto efficaci nel far riflettere a proposito dell'influenza delle immagini sulla visione del mondo di chi le osserva. Ad essere manipolate sono soprattutto immagini di modelle, e i corpi irreali proposti dalla stampa senza alcuna mediazione (non è scritto da nessuna parte quanto sia stato usato photoshop, né per correggere cosa) hanno un'inevitabile influenza sull'idea che ciascuno ha del proprio corpo e di quello altrui.
Di certo il fatto stesso che questi video siano sempre più diffusi aiuta a rendersi conto del fenomeno e, in qualche modo, a tutelarsi da esso. Tuttavia, non credo che attraverso questi video l'abuso di photoshop e di altri stratagemmi possa essere arginato. Gli aspetti da sottolineare nel fenomeno sono due. Innanzitutto "ognuno ha le immagini che si merita", nel senso che la rappresentazione irrealistica del corpo femminile in particolare corrisponde a un bisogno culturale evidente. Probabilmente, se si riuscisse a cambiare la condizione femminile e la percezione del corpo a livello sociale, queste immagini non avrebbero l'impatto che hanno ora, sarebbero in un certo senso esautorate del loro potere e forse non avrebbero più becessità di esistere.
Il secondo aspetto da sottolineare è strettamente legato al primo e riguarda la necessità umana di esprimersi e di sognare, di proiettarsi oltre la realtà. Sono d'accordo che lo si potrebbe fare in un modo meno gravoso in termini di aspettative deluse e di malattie mentali e fisiche come l'anoressia. Ma se non avessimo le modelle "photoshoppate" certamente la nostra cultura elaborerebbe un altro modo per esprimere la concezione del corpo delle società occidentali, del corpo femminile in particolare. Non a caso, esistono innumerevoli espressioni culturali in certa misura affabulatorie riguardo ai popoli che le hanno prodotte.
Quando smetteremo di pensare al corpo femminile come necessariamente bellissimo secondo canoni nordeuropei, sessualmente disponibile, instancabile e multitasking non rimanderemo più a noi stessi queste immagini di ultradonne inesistenti, ma certamente troveremo altri modi per saziare la continua, visionaria, necessità di superarci, in quanto individui e in quanto genere umano.
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