In occasione di Pordenonelegge, che si è concluso ieri e l'ha vista tra i protagonisti, vorrei scrivere di Kim Thúy, una scrittrice canadese nata in Vietnam, ancora poco conosciuta in Italia. Questa scrittrice è fuggita dal suo paese d'origine da bambina con un gruppo di boat people. Ha poi ottenuto lo statuto di rifugiata politica e si è stabilita a Montreal insieme alla sua famiglia. Ha studiato legge, linguistica e traduzione all'università di Montreal e ha svolto i mestieri più disparati, mestieri di cui si trova traccia nei suoi romanzi. Kim Thúy infatti è conosciuta soprattutto come scrittrice, per la sua prosa cristallina grazie alla quale racconta storie anche terribili senza perdere l'equilibrio e la delicatezza.
In italiano si possono leggere, editi da Nottetempo, Riva e Nidi di rondine. Quest'ultimo romanzo è presentato direttamente dall'autrice che si trova in Italia in questi giorni: ieri a Pordenone, oggi a Venezia e domani a Milano. Più che anticiparne la trama, mi interessa ripensare alle immagini vivaci che restano a lungo nella mente dopo aver letto questo libro, immagini che immergono in un mondo esotico ma rimandano a sensazioni ed emozioni universali e familiari a qualsiasi essere umano. La protagonista, Mãn, ha un nome che significa “perfettamente soddisfatta”, e forse proprio per questo non desidera nulla. Nel corso del romanzo, però, si troverà a cucinare e a farsi guidare dal cibo verso emozioni che non ha mai saputo esprimere. Anche il lettore si lascerà trasportare da queste pagine e, forse, si abbandonerà un po' di più a ciò che nessuno osa desiderare e la vita regala.