Nell'ambito dei post sulla "traduzione con la T maiuscola", vorrei rendere pubbliche alcune delle riflessioni e degli argomenti di cui parlo in aula, all'Università di Modena e Reggio Emilia, durante il laboratorio di traduzione da me condotto. Molto spesso siamo fuorviati da un'idea romantica e spericolata della traduzione, idea che ha una sua origine nella realtà,. Tuttavia è necessario sapere che tradurre significa anche rileggere, correggere, correggersi. La revisione di una traduzione prevede diverse tappe.
Il traduttore stesso rilegge ciò che ha scritto più volte. L'ultima lettura, quella che il traduttore effettua prima di consegnare il proprio testo al revisore e dopo aver accantonato il testo originale è quella che ci interessa in questo momento. Si tratta di una lettura finalizzata soprattutto a reperire eventuali incoerenze formali e di contenuto. Se, ad esempio, il traduttore si rende conto di aver tradotto uno stesso termine, utilizzato nello stesso contesto, con diversi sinonimi, può decidere di uniformare il testo d'arrivo. Se un termine è stato scritto a volte con la lettera maiuscola e altre con la lettera minuscola, deciderà come muoversi. Sul piano del significato, può capitare di rilevare leggere incoerenze che vanno eliminate se non sono presenti nel testo di partenza.
Un lavoro simile viene effettuato anche dal revisore, che reperisce anche eventuali errori di traduzione (ma si spera non ci siano!) o mancanze. Mi è capitato di dover rispettare tempi strettissimi per le traduzioni che ho effettuato. In uno di questi casi ho avuto l'occasione di lavorare con un revisore (Giulio Concu: clicca qui per approfondire) particolarmente scrupoloso che, non volendo sacrificare la qualità per rispettare i tempi, rivedeva i capitoli mano a mano che io li traducevo. Si è trattato di un lavoro particolarmente formativo e arricchente. In altri casi, il traduttore trova in libreria una traduzione a suo nome che contiene in realtà leggere differenze rispetto a quella consegnata (si tratta spesso in questi casi di un leggero editing). Nel terzo caso - più sfortunato- il traduttore deve intervenire sul proprio testo tenendo conto delle annotazioni di un revisore che non incontra mai.
Dopo la revisione, un editor rileva e corregge gli eventuali errori "di battitura" e standardizza il testo sulla base delle caratteristiche formali e a volte stilistiche di una certa casa editrice. La legge di Murphy del revisore, comunque, prevede che, a prescindere dal numero di persone che hanno letto il testo prima della pubblicazione, il primo che aprirà a casaccio il libro appena ricevuto dalla tipografia, troverà al volo un refuso. Per questo l'avviso che trovate qui sotto mi è parso più che adeguato per illustrare questo post.