Su L'Indice di dicembre uscirà una mia recensione all'ultimo romanzo di Dany Laferrière pubblicata in Italia. Si tratta di una recensione diversa dalle mie solite, forse perché il romanzo recensito mi ha trasmesso una malinconia che non ho provato leggendo altre opere delle stesso scrittore. Non voglio anticiparvi altro. Semplicemente, vorrei cogliere l'occasione per ribadire che Dany Laferrière, un autore ancora poco conosciuto in Italia ma famosissimo in altri paesi e che da un anno è entrato a far parte dell'Académie française, ha scritto un'opera organica e originale che vale la pena di essere letta.
Nel 2005 pubblicai in Canada Archipels Littéraires, una raccolta di interviste che ne includeva una a questo autore (qui la pagina facebook di Archipels che propone post di attualità francofona e caraibica). In Italia, il mio primo articolo e la mia prima intervista a Laferrière uscirono, sempre su L'Indice, nel 2006. Nello stesso anno lo intervistai per Radio Città del Capo. Da allora ho continuato a promuovere l'opera di Laferrière per quanto mi è possibile, assegnando anche tesi di laurea sulla sua opera: una mia studentessa si laureerà tra pochi giorni dopo essersi cimentata in una traduzione di un passo.
Perché faccio tutto questo? ho intuito che cosa mi piace dell'originalissimo stile di Laferrière la sera in cui sono stata invitata a cena a casa sua. La serata si annunciava piacevole: Maguy, la moglie di Dany, è una donna energica e poco amante della mondanità, estremamente dolce e sempre sorridente. Non è possibile evitare di volerle bene. Gli invitati oltre a me, erano Rodney Saint-Éloi, grande amico di Dany e editore di alcune sue opere minori nonché editore del già citato Archipels Littéraires e altri due amici che conobbi quella sera.
Fuori c'erano metri di neve e i turbini ghiacciati che scendevano dal cielo non distraevano dalla fanghiglia nevosa che cercavamo di evitare e dai meno 25 gradi di temperatura. Quando io e Rodney siamo arrivati, Maguy e Dany si sono messi ai fornelli, quindi stavamo tutti chiacchierando tranquillamente godendoci anche lo spettacolo dei due che, affiatatissimi, cucinavano alternandosi ai fornelli in una specie di danza. Piano piano, dalle pentole cominciò a sprigionarsi un odorino irresistibile, e io stavo già pregustando la cena haitiana che poi effettivamente ci siamo gustati. Sì, perchè Maguy, Dany e Rodney sono di origine haitiana, anche se Dany e Maguy hanno passato gran parte delle loro vite tra Stati Uniti e Canada. Ebbene, al culmine della preparazione, quando le papille gustative stavano già secernendo tutto ciò che poteva facilitare la degustazione... suona l'allarme collegato al segnalatore di fumo della cucina.
Maguy uscì, perché non sopportava il rumore assordante e Dany si produsse con grande naturalezza in uno dei suoi piccoli show: mentre saltava come un pazzo per ventilare la bocchetta d'aerazione, mi spiegava con tranquillità, senza smettere di guardarmi con fare interlocutorio e senza un'incrinazione nella sua voce baritonale, che il segnalatore era evidentemente tarato sulla cucina quebecchese, e ogni volta che cucinavano haitiano, ovvero quasi ogni giorno, l'allarme si scatenava.
In quel momento ho avuto come un'illuminazione: ho pensato che forse l'essenza del suo scrivere e di quello che poteva trasmettere a me o ad altri lettori era proprio lì: nell'essere nel momento, senza perderne una sfaccettatura, senza rinunciare a una sola opportunità, senza ignorare un solo stimolo, e tutto questo con leggerezza, eleganza e humour.