Molti pensano che la valorizzazione delle lingue locali sia una sorta di capriccio per alcuni, o un tentativo di ancoraggio al passato. Se si considera la lingua come un passaggio nodale nell'articolazione del pensiero o come veicolo di specificità culturali, allora anche la valorizzazione delle lingue locali dovrebbe essere considerata una delle tante pratiche che collegano gli individui alla storia.
Al di là dell'aspetto storico, è noto da tempo che il plurilinguismo reale, ovvero la capacità di formulare pensieri in più di una lingua è un ottimo stimolo allo sviluppo della creatività e del pensiero indipendente. Ebbene, valorizzare le lingue locali significa anche offrire a un più vasto numero di persone di esplorare un bilinguismo di solito "silente". Le lingue locali infatti sono state a lungo considerate fonte di esclusione sociale, e di immobilità. Lo erano e in parte lo sono per coloro che parlano esclusivamente le lingue locali: un italiano che parlasse esclusivamente il proprio dialetto avrebbe difficoltà a trovare lavoro e ad inserirsi nella società.
Ma oggi le lingue locali sono quasi sempre una delle due o più lingue conosciute dagli individui. Per questo, perché non possono più causare esclusione sociale, l'umanità è pronta a godere del potenziale che le lingue locali hanno. Questo potenziale è proprio di ogni lingua, ma le lingue locali sono alla portata di tutti e costituiscono un patrimonio da non sottovalutare.
Pubblico la foto della traduzione del Piccolo Principe di Antoine de Saint Exupéry in dialetto modenese: traduzione di S. Bellei. editore Massimiliano Piretti ... Speriamo contribuisca a valorizzare la bellissima lingua di Modena!