5 anni fa un terremoto di magnitudo 7 devastò Haiti. Oggi decine di migliaia di persone vivono ancora nei campi per rifugiati. I milioni, miliardi di dollari e di euro promessi da decine di paesi occidentali e non, se mai sono stati stanziati, non sono stati utilizzati in modo efficace. In alcuni casi, le opere edilizie non sono state effettuate per il semplice motivo che prima di tutto si sarebbe dovuto ripulire il terreno dalle macerie, e nessuno degli "sponsor" era interessato ad investire milioni in un'attività come la pulizia, poco visibile nel tempo e poco remunerativa anche in termini di consensi politici.
Haiti per me è innanzitutto un paese conosciuto con la mente - attraverso la letteratura, soprattutto, e poi con il cuore, poiché la vita mi ha regalato amici e parenti haitiani. Per questo trovo doloroso scrivere più di queste poche righe per riferire eventi che, tra l'altro, si commentano da soli. Per chi parla francese, però, consiglio di cliccare qui per vedere il documentario Assistance mortelle (cliccate su "start video" per evitare la pubblicità). Anche per chi non parla il francese, i primi minuti del lungo documentario possono essere estremamente eloquenti così come la sequenza (a 26 minuti e 20 secondi dall'inizio) in cui un maestro, dopo aver mostrato le macerie della casa che aveva costruito con le sue mani in tanti anni di lavoro, commenta: "Comunque non sono arrabbiato (...) è una bella esperienza, una possibilità per ricominciare tutto da capo".
Non mi permetto di generalizzare, né di sminuire gli esperti e gli addetti ai lavori arrivati ad Haiti convinti di sapere esattamente cosa fare per far uscire il paese da questa drammatica situazione, poiché sono convinta che alcuni di loro fossero e siano in buona fede. Rifletto semplicemente sulle parole del maestro haitiano che ho trascritto e dico che, nonostante la corruzione e i diversi problemi che Haiti già aveva prima della catastrofe, forse il rispetto di chi era stato così duramente colpito, la collaborazione reale, il tentativo di capire il punto di vista di queste persone sarebbe stato un passo verso un'organizzazione più efficace dei pochi aiuti che sono stati effettivamente stanziati. Accomodarsi sullo stereotipo del popolo indolente che aspetta la manna dal cielo di un aiuto occidentale, oltre a togliere agli haitiani ciò che è loro dovuto, è indice di un'intollerabile ignoranza di due secoli di storia e di politica.