Come anticipato anche su questo blog, ieri, all'università di Parma, è stata conferita la laurea honoris causa a Patrick Chamoiseau. Si poteva assistere alla cerimonia solo su invito, pertanto mi sembra doveroso condividere ciò che è stato detto. Sorvolerò sui canti del repertorio polifonico, sui simboli dell'accademia, sulla vestizione e tocco per entrare nello specifico della laudatio e della lezione di Chamoiseau stesso, che i dottori honoris causa devono obbligatoriamente tenere.
Il Rettore Paolo Andrei ha fatto gli onori di casa, presentando le principali tappe attraversate da Chamoiseau durante la sua carriera e insistendo sui concetti-chiave di lingua, impegno e relazione. Il Rettore ha anche percorso le tematiche principali sviluppate dallo scrittore in alcune delle sue opere principali. Diego Saglia, Direttore del Dipartimento di Discipline Umanistiche, Sociali e delle Imprese Culturali ha chiarito la motivazione del conferimento della laurea, che risiede essenzialmente nello spessore culturale e artistico di Chamoiseau e nel suo ruolo letterario di primo piano a livello internazionale.
La professoressa Elena Pessini ha tenuto una lunga e apprezzabilissima laudatio durante la quale ha commentato l'incontro di Chamoiseau con i libri, così come viene narrato nei suoi romanzi autobiografici, sviluppando un ricco confronto con Sartre di Les Mots. In seguito, Pessini ha approfondito il rapporto che Chamoiseau ha con la letteratura, riferendo aneddoti biografici presenti nella sua opera ed esplorando la famosa sentimenthèque, una sorta di biblioteca d'elezione che l'autore arricchisce ripercorrendo in poche righe o in pochi versi gli aspetti delle opere scelte che più hanno "raggiunto la sua carne". Continuando da questa prospettiva, Pessini ha delineato la genesi della figura artistica di Chamoiseau, che ha abbandonato precocemente il tentativo di inventariare il reale per evolvere in un guerriero dell'immaginario.
Patrick Chamoiseau ha poi tenuto la sua lectio doctoralis "Ecrire en relation". Il suo intervento è stato di carattere accademico, e ha dato la possibilità all'uditorio di conoscerlo in una veste poco nota. Anche Chamoiseau ha tracciato un suo percorso biografico-letterario, dando però forte rilievo alla costruzione di una consapevolezza artistica accompagnata dall'acquisizione di una consapevolezza linguistica, e dal superamento di un uso della lingua tanto precoce quanto ingenuo.
La lettura di Malemort di Glissant è stato uno dei principali catalizzatori di questa crescita spirituale, personale e artistica, tanto che Chamoiseau ha definito il suo incontro con l'opera glissantiana un'epifania. Il lungo excursus che Chamoiseau ha dedicato a Glissant e alla sua poetica (la poétique ou la "pensée du poème"), oltre a rendere omaggio al grande amico e maestro scomparso, ha lasciato trapelare la fatica con la quale Chamoiseau si è avvicinato all'opera di Glissant, che continua ad offrirgli materia di riflessione e di crescita. Infatti l'evocazione ammirata dei principali nodi glissantiani è confluita in una riflessione sui propri processi creativi.
Non ultimo, Chamoiseau è riuscito a trasmettere quanto il suo maggiore ispiratore abbia costituito per lui un modello etico, oltre che estetico. Devo dire che i festeggiamenti privati che hanno seguito il conferimento della laurea mi hanno confermato la magnanimità, in senso classico, dell'uomo, oltre che dell'autore, che riesce con grazia a mettere gli eventi più triviali in una prospettiva di apertura tale da trovare in ogni dettaglio quotidiano l'occasione di una pratica necessaria della relazione.
Bella foto!
RispondiEliminaGrazie. In tutti questi anni, nonostante gli inviti reciproci e gli eventi condivisi, non mi era rimasta una sola foto che testimoniasse i miei incontri con Patrick Chamoiseau... I miei amici cominciavano a pensare che fosse un amico immaginario! Ho voluto porre rimedio.
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